Storia

ASD Castrovillari Calcio
La Storia

Dal  1921 al 1940

La nascita della Società ed il periodo bellico

 

La nascita dell’U.S. Castrovillari ha una data precisa, il 6 marzo del 1921, e consacrata dal giornale locale “La Vedetta”. Ma di calcio nella città del Pollino se ne comincia a parlare già nel primo dopo guerra. Con il ritorno dei giovani combattenti vengono infatti a formarsi i primi gruppi di football. Sorgevano così la Juventus, la Virtus, la Forza e Coraggio e la Carlos Filpo. Una delle prime partita di calcio dell’epoca è datata 3 novembre 1920: il XIX Fanteria Cosenza batte la Juventus Castrovillari per 4 a 2. I primi incontri di calcio fecero sorgere il problema del campo sportivo. Grazie al Col. Felice Bruno Pellegrini vennero così spianate le “Casermette”, grazie all’impiego di una considerevole massa di prigionieri. Per evitare uno sgretolamento, si senti poi la necessità di convogliare tutte le forze calcistiche castrovillaresi in un unico organismo sportivo. Nella primavera del 1921 fu così fondata l’Unione Sportiva Castrovillari, con una divisa rossonera con pantaloncini bianchi. Ne fu primo presidente il Col. Pellegrini. In breve tempo la società richiamò circa 200 soci. Per festeggiare la nascita della società, fu organizzato un torneo di calcio ad eliminazioni fra: Fortitudo Cosenza, U.S. Castrovillari, XIX Fanteria Cosenza e Fanteria Potenza. Si effettuarono poi le prime amichevoli, fino ad arrivare all’incontro più importane dell’epoca: l’A.C. Pepe di Milano, durante una tournée al Sud, incontra e batte il Castrovillari per 3 a 2. La partita storica, voluta ed organizzata dall’universitario Gaetano Greco Naccarato, richiamò alle “Casermette” una folla di circa 2.000 persone. Per riorganizzare la società, nel 1934 fu chiamato come commissario straordinario l’Avv. Antonio De Biase, che diede un nuovo assetto societario all’U.S. Castrovillari Calcio. Dopo un anno e mezzo assunse la presidenza il Comm. Francesco Galizia. Con l’inizio del periodo bellico si chiude il primo periodo calcistico a Castrovillari.

 

Dal 1945 al 1950

Il dopoguerra ed il primo campionato ufficiale

Nell’immediato dopoguerra, grazie alla passione e alla abnegazione di gente come gli universitari Francesco Laudadio, Luigi Marini e Ninì Murino, riprese l’attività calcistica cittadina. Coinvolti l’Avv. Guido Lombardi, Peppino Cersosimo e Luigi Filpo, finalmente si iscrive la squadra del Castrovillari al primo campionato ufficiale che veniva organizzato dalla Lega Provinciale di Cosenza (1° Divisione). L ‘U.S. Castrovillari finalmente poté cosi realizzare il sogno da tanti anni vagheggiato: la partecipazione ad un vero campionato di calcio. Per festeggiare questo evento veniva invitato il tradizionale avversario di sempre, quel Cosenza che uscì dal restaurato “Pollino” ancora una volta sonoramente sconfitto (6 a 2). Questo primo campionato fu turbato da un doloroso episodio. Sabato 24 gennaio 1946, verso le ore 19,30, in contrada “Cammarata”, a causa del fondo viscido, l’autocarro che trasportava il Crotone a Castrovillari, dove avrebbero dovuto giocare il giorno successivo, sbandò e si capovolse nel sottostante fossato. Nell’incidente perse la vita il capitano del Crotone: Ezio Scida. Il giorno dopo il Castrovillari rinunciò alla partita un segno di lutto e di solidarietà con la squadra e con gli sportivi di Crotone. I funerali ebbero luogo a cura e spese degli sportivi di Castrovillari con la partecipazione di una imponente folla. Nel campionato successivo la formazione rossonera ottenne il 2° posto assoluto. Per il campionato 1948/49, per motivi economici, all’antico nome di Unione Sportiva si aggiunse quello di Libertas. La squadra, sotto la guida amministrativa di Micuzzo Bruno, arrivò alle fasi regionali per il passaggio al campionato superiore. Al Castrovillari si affiancarono nel girone eliminatorio il Sambiase, il Mamerto ed il Roccella. Il 26 giugno 1949 l’incontro decisivo sul “Pollino”: Castrovillari-Roccella. Al Castrovillari bastava un pareggio per il salto nella serie Interregionale, ed invece arrivò una sconfitta per 1 a 0. Dopo qualche giorno, però, il Roccella rinunciò a disputare il Campionato Interregionale, e così venne invitato per meriti sportivi il Castrovillari. Purtroppo però, per problemi all’interno della dirigenza presieduta dall’Avv. Pasquale Cosentino, la squadra rossonera non accettò l’invito. Per l’anno calcistico successivo (1949/50) si rimase così in 1° Divisione, arrivando alla fine al 2° posto.

 

Dal 1950 al 1960

La prima promozione e lo storico spareggio

Dopo un periodo di crisi, il giovane farmacista Fausto D’Atri si rivolge ad un giovane trainer di squadre rionali, Pasquale Bonanni, che riunisce un manipolo di giovani prelevandoli alle “Casermette”. La squadra viene iscritta al campionato di 2° Divisione. Per il campionato di 1° Divisione 1951/52 il presidente è il Cav. Aldo D’Atri (ci rimase poi per un decennio). La squadra composta da castrovillaresi, sotto la guida del tecnico Remo Frigerio, arriva alla fine del torneo al 3° posto, posizione che consente di entrare nel girone regionale di Promozione. La promozione porta molto entusiasmo nell’ambiente: il Comune stanzia per la prima volta un congruo contributo a favore della squadra locale. La campagna acquisti porta a Castrovillari giocatori di notevole valore tecnico e di esperienza, come Bellini, Nacci, Leone, Mosca e Alfredo Diotallevi che nel Venezia (campionato di serie A 1941/42) era stato centravanti tra Loik e Mazzola. Il campionato è denso di soddisfazioni con un 4° posto finale. L’anno successivo la squadra viene affidata al triestino Giorda. Il campionato però alla fine si rivelerà deludente. Per il campionato 1954/55 giunge a Castrovillari, in qualità di trainar, Luciano Gisberti. Anche in questo campionato la squadra è interamente rifatta, con elementi come Faccin, Guidi e Rinaldi. Anche questo torneo non è però positivo, anche per alcune penalizzazioni ricevute. Una di tre punti per la posizione irregolare di un giocatore. Poi un risultato capovolto dalla Lega per un ombrello lanciato dagli spalti che colpì il capitano del Tropea, ed un altro per un’invasione di campo, il giorno di Santo Stefano, con fitta sassaiola nell’incontro interno con il Nicastro, che portò poi a tre giornate di squalifica del campo. Si riprende con il campionato 1955/56: alla guida viene chiamato Dario Gay, tecnico di chiara fama e di notevole esperienza. La squadra, dopo un inizio incerto, travolge tutte le altre formazioni. All’ultima giornata però il Castrovillari, cui sarebbe bastato un pari, perde a Taurianova 3-0 contro la squadra locale, risultato consolidatosi nei minuti finali, perdendo così la promozione. L’anno successivo (1956/57) però il salto in IV Serie arriva dopo un memorabile spareggio contro la Palmese disputato sul neutro del “Militare” di Catanzaro. Una prima sfida, terminata 1-1 con reti di Barozzi per i neroverdi e Tarantino per i rossoneri, diede luogo, come previsto dal regolamento alla ripetizione della gara, stavolta vinta per 2 a 1 grazie alle segnature di Castellano e Tarantino. Era il 30 Giugno 1957. L’ingresso del Castrovillari nell’élite del calcio veniva salutato da un entusiasmo incontenibile dalla cittadinanza. La squadra per il primo anno di IV Serie viene affidata all’ex nazionale magiaro Michele Voros, che ottenne alla fine un ottimo 5° posto. L’anno successivo però l’intero direttivo presentò le dimissioni, costringendo la Giunta Comunale ad intervenire dando l’incarico a Franco Muraca a soli quattro giorni dall’inizio del campionato. Alla fine arrivò una inevitabile retrocessione.

 

Dal 1960 al 1970

Di nuovo la Palmese e poi la Bagnarese sulla strada dei rossoneri

I primi due campionati di Promozione del nuovo decennio vennero condotti unicamente con giovani locali. Nella stagione 1962/63, sotto la guida del richiamato Dario Gay, il Castrovillari disputa un valido campionato con elementi come Mazza e Caradonna. Per la stagione successiva viene chiamato ad allenare la squadra un nome di notevole esperienza e capacità: Lajos Politzer che conduce un gruppo di validissimi atleti guidati da Geremicca, che alle falde del Pollino trovava la sua seconda giovinezza. Dopo un buonissimo inizio alla vigilia di Natale, a seguito di un male improvviso, Lajos lasciava per sempre i suoi ragazzi. La squadra veniva cosi affidata al secondo Torzulli che, con impegno, portò il Castrovillari al primo posto in compagnia del Trebisacce e della Morrone Cosenza. Mentre si attendevano gli spareggi a tre per il salto di categoria arriva però la doccia fredda: un telegramma estromette il Castrovillari dagli spareggi per la posizione irregolare di un calciatore della Rossanese, Alfredo Formichella. Il Castrovillari, infatti, che aveva pareggiato a Rossano, ricevette un punto, Morrone e Trebisacce, entrambi soccombenti ne ricevettero due e si trovarono con un punto in più nella classifica finale. Nell’annata 1964/65 il Castrovillari si presenta ai nastri di partenza rinforzato dall’ingaggio di Melotti, Scicchitano ed Esposito. Al termine di un campionato esaltante la formazione rossonera conclude al primo posto. Tra il Castrovillari e la IV Serie c’è però un ostacolo: la Palmese. Nella prima gara di spareggio è il Castrovillari a vincere per 1 a 0 sul proprio terreno grazie ad una rete di Enrico Mazza. A Palmi la vittoria va però ai neroverdi per 2 a 0. La terza gara, disputata sul neutro di Nicastro, dopo un preambolo da film western per una sparatoria tra opposte tifoserie, la vittoria va alla Palmese per 3 a 2 dopo i tempi supplementari giocati con il buon Pecorini in porta a sostituire Schicchitano il cui “infortunio” fu al centro di un caso giuridico-sportivo in quanto, pare, provocato dal discusso arbitro Ferrante di Roma. Persa comunque la promozione in IV Serie (la successiva coda giudiziaria non portò a nulla di concreto), i due successivi campionati non dissero niente di rilevante. Si arriva così alla stagione 1967/68. Pochi acquisti (Perfetti, Furci, Fiordaliso, Pangallo e Nicchi nelle vesti di allenatore-giocatore) e grande campionato. Si va di nuovo allo spareggio per salire, questa volta contro la Bagnarese. Dopo una vittoria per parte si va alla gara sul neutro di Catanzaro. Al termine dei 120 minuti il sorteggio favorisce però i reggini. Quattro giorni dopo però la Dea bendata volle fare giustizia. Mentre ancora si commentava lo sfortunato episodio, un telegramma annuncia l’ammissione del Castrovillari in IV Serie. La prima stagione nel campionato semiprofessionistico finì con un 11° posto. L’anno successivo (1969/70), grazie ad elementi come Nicchi, La Polla, Giannuzzi, Russo, Izzo e Cucurachi, il Castrovillari ottenne un superbo 5° posto finale.

 

Dal 1970 al 1980

Gli anni di Serie D, la retrocessione e la promozione

La stagione 1970/71, terza consecutiva in serie D, non fu certo facile per il Castrovillari. La società per motivi economici non poté ingaggiare elementi di un certo valore, così arrivò una salvezza raggiunta solo all’ultima giornata con la vittoria contro l’Angri sul neutro di Bagnoli (gol decisivo di Pirone), salvezza raggiunta anche grazie al tecnico Romolo Marangoni chiamato nel corso del campionato in sostituzione di Michele Voros. L’anno successivo, in coincidenza con il cinquantenario della società, la rinnovata dirigenza (neo presidente l’Avv. Piero Schettini) allestì una forte squadra con l’innesto di elementi come De Girolamo, Stella, Vignola, Valbonesi e Capossela, guidato dal livornese Dante Pagni. Alla fine la squadra ottenne un buon 5° posto. Nella stagione 1972/73 viene chiamato alla guida del Castrovillari uno dei più prestigiosi giocatori che abbiano mai calcato le scene calcistiche nazionali ed internazionali: Francisco Ramon Lojacono. Vennero acquistati anche giocatori validi come Valzoni, Fusetti, Moschella e Livi, oltre alla riconferma dei migliori del precedente campionato. Il torneo riservò tante gioie ai rossoneri, con un 4° posto finale e la qualificazione al torneo nazionale di Coppa Italia Semiprofessionistici. Non solo, ma alla fine della stagione avvenne pure la cessione di Tonino Rocca, che negli anni successivi fece le fortune dell’Atalanta in serie A. La stagione successiva, però, cominciò male per il Castrovillari. La squadra, affidata prima a Catalano e poi a Succi, non andava bene. Il ritorno di Marangoni sulla panchina, a speranze quasi azzerate, ricaricò però tutto l’ambiente, e con un brillante finale, si ottenne una buona 10° posizione. Restano negli annali la vittoria interna contro il forte Campobasso grazie ad una rete di Valbonesi e il pareggio a Benevento dell’ex Lojacono, che poi avrebbe vinto il girone.  Nella stagione 1974/75 arriva però la retrocessione per i rossoneri. Nonostante il ritorno di Marangoni in panchina al posto di Andreoli, dopo sette anni di serie D il ritorno in Promozione grazie soprattutto alla solita crisi societaria estiva che impedì qualsiasi tipo di programmazione. E proprio in coincidenza con questa stagione inizia un periodo critico per il Castrovillari. Alla seconda stagione di Promozione (1976/77) arriva infatti persino la retrocessione in 1° Categoria, sia pure in modo rocambolesco e a pochi minuti dalla fine sul campo di Palmi. Dopo due alterne stagioni nel campionato di I categoria, con diversi allenatori cambiati e un campionato perso nel drammatico scontro di Corigliano, al terzo tentativo arriva il ritorno in Promozione. E’ la stagione 1979/80, con Di Dieco presidente e Piragine suo vice, nonchè Mimmo Donato quale direttore sportivo arrivato l’anno primo. Arriva come allenatore Ubaldo Leonetti, conosciuto in tutta la regione per le sue doti di “ammazza campionati”. La dirigenza non badò a spese, acquistando Mirabelli, Corrente, Consoli, Carlomagno, Colombo, Cataldo, Ponissi e Le Pere. Alla fine arrivò un primo meritato posto avanti allo Schiavonea, battuto 1-0 (rete di Tarantino) davanti ad un pubblico record.

 

Dal 1980 al 1990

Da Nino Di Dieco ad Agostino Caligiuri

Con il ritorno nel campionato di Promozione viene chiamato alla guida della squadra Alberto Canetti, un uomo in grado di valorizzare i giovani, coadiuvato dal DS Mimmo Donato. Nonostante una rosa non particolarmente forte, il Castrovillari al temine del torneo conquista un settimo posto che gli consente il passaggio d’ufficio nel nuovo campionato Interregionale istituito per la prima volta, grazie ai meriti sportivi dovuti alla sua storia. Le due annate successive arrivarono un 4° ed un 11° posto in campionato, con Canetti sempre alla guida della squadra. Particolarmente bello il quarto posto nella stagione 81-82 con il lancio di giovani quali Orlando, Saturno e Rombolà, nel torneo vinto dalla Gioiese del compianto Franco Scoglio. Nella stagione 1983/84 l’imprenditore Pietro Cerchiara affiancò Nino Di Dieco alla presidenza della società. Non viene riconfermato Canetti, e così alla guida della squadra arriva un giocatore-allenatore di un certo prestigio: Fausto Silipo. Vengono acquistati Tiano, Perna e Schifino. Le buone aspettative furono però purtroppo deluse, e Silipo pagò con l’esonero. Al suo posto arrivò Nuccio Vigliarolo che condusse in salvo la squadra senza grandi entusiasmi. Di positivo ci fu solo il raggiungimento dell’equivalente dei quarti di finale di Coppa Italia, persi poi con il Contarina, squadra veneta, in un doppio incontro che sancì una sorta di gemellaggio tra due tifoserie per tanti versi così distanti, ma uniti dai colori rossoneri A fine campionato si sciolse il binomio Di Dieco-Cerchiara con l’abbandono di quest’ultimo. Di Dieco affidò la conduzione tecnica a Marcello Pasquino, tecnico emergente e grande trascinatore. Si cercò di costruire una squadra ad immagine di Pasquino, e così arrivarono dal Rende Tormento, Cannataro e Cardamone, e poi Maio, Celi, Gerace, Mari, Matà e Mucciola. Dopo un inizio scoppiettante il Castrovillari entra però in crisi, anche perché molti giocatori dovettero espletare il servizio militare, tant’è che Pasquino presenta le proprie dimissioni alla società. La squadra passò in mano al secondo Mimmo Vacca, e si salvò dopo un rocambolesco pareggio esterno nell’isola di Ischia contro il Forio e la vittoria conclusiva in casa contro il Sambiase (gol di Buongiorno). Nella stagione successiva Vacca venne riconfermato alla guida della squadra, ed approdarono in rossonero pochi elementi ma di buon valore tecnico: Capuano, Saffioti, Tedesco e Del Bello. Nel corso del campionato ci fu poi l’esplosione dell’allora quindicenne talento locale Emilio Affuso che, al termine del torneo, approdò alla Sampdoria alla corte di Boskov. Quella fu l’ultima stagione del primo ciclo dell’ormai talentuoso Direttore Sportivo Mimmo Donato. Il campionato fu buono, anzi ottimo nel girone di andata e venne vinto dal Bisceglie. Per il campionato 1986/87 arrivarono a Castrovillari elementi di ottimo valore, come Danza, Guzzetti ed il giovanissimo Massimo Corrado. Dopo un inizio difficile viene esonerato il tecnico Nuccio Vigliarolo e sulla panca rossonera sedettero in ordine Enrico Mazza, Angelo Mammì (indimenticato bomber del Catanzaro di serie A), e poi il capitano Enzo Tedesco con la supervisione di Dante Pagni. Al termine del campionato la squadra conquistò solo una deludente quanto rocambolesca salvezza (decisivi i due scontri diretti vinti in casa contro Pescopagano e Ostuni). Nel 1987/88 venne nominato presidente Pietro Cerchiara. Con una squadra formata da giovani di belle speranze come Graziadio e Roberto De Luca, il tecnico Dante Pagni, grazie anche all’esperienza di Cimicata e Spigoni, portò il Castrovillari ad una tranquilla e soddisfacente salvezza. Ma proprio nel momento in cui tutti si attendevano un rilancio alla grande, l’anno successivo ci fu invece un’inversione di tendenza: furono ceduti Nicolosi, Tiano, Cimicata, Armento, Spigoni e Armando De Luca, ed acquistati Reccia, Amelio, Bosnar, Chiuso, Venneri, Buongiorno, Montefusco e Scaglione. Non venne confermato Pagni alla guida tecnica ed al suo posto arrivò Palazzese. Un anno, quindi, iniziato con tante contraddizioni, che si concluse con una umiliante retrocessione nonostante il disperato ricorso a Romolo Marangoni. Ritornati così nel campionato di Promozione andò via Cerchiara e prese in mano la squadra, a pochi giorni dal via del campionato, l’imprenditore agricolo Agostino Caliguri.

 

Dal 1990 al 2000

L’era Caligiuri: dalla Promozione alla Serie C2

 

Era il 1989 quando il glorioso sodalizio rossonero viene rilevato da un gruppo di imprenditori, grazie anche all’opera di fine tessitore di Mimmo Rende, da sempre vicino ai colori rossoneri nella veste di direttore generale. Agostino Caligiuri è il Presidente e al suo fianco come vice ci sono il compianto Angelo Giannoni e Carlo Astorino. Da allora quello di Caligiuri sarà un binomio indelebile con i colori rossoneri e con tutta la città. “Don Agostino” diverrà il simbolo del calcio cittadino attraverso una politica manageriale e uno spirito sportivo che lo ha sempre contraddistinto.  Non era molto amato dai cronisti, ma solo perché era di poche parole e non facilitava il compito dei giornalisti locali. Non amava troppo i riflettori ma dosava i suoi interventi sulla stampa con precisione e metodo. Sempre con toni tranquilli e con la consapevolezza che quel progetto continuava a dare i suoi frutti. Dopo un primo torneo di assestamento (stagione 1989/90), si verificò la memorabile cavalcata che portò i Rossoneri di mister Teobaldo Del Morgine e dei vari Maurizio Guido, Mimmo Cairo, Andrea Mallamace, Mario Tormento, Fabio De Simoni, Luigi Novello, Angelo Andreoli, Francesco Gioberti, Emilio Follone, Pino Suriano, Giuseppe Colautti i giovani Francesco Quintieri, Biagio Aino, Mimmo Cardillo, Fabio De Sanzo, Maurizio Greco ed i giovanissimi Francesco Mazza e Gianfranco Giannuzzi alla vittoria prima del Campionato di Promozione e poi del previsto spareggio, ancora con la Palmese, arresasi ai tempi supplementari grazie alla solita magia di capitan Cairo e al gol di De Simoni. Era nuovamente Serie D. La stagione splendida fu (quasi) completata dalla Coppa Italia, persa malamente in finale (e all’ultimo minuto!) e con tanto di retroscena… Il nome di Castrovillari girò l’Italia: i rossoneri superarono nell’ordine Trebisacce, Corigliano Schiavonea, Roggiano, San Pietro di Napoli, Campomarino, Canosa, Alcamo, Silana e Ceccano prima di imbattersi nei liguri della Sestrese nella doppia finale del 2 e 9 Giugno 1991. Due piazzamenti d’onore nel massimo campionato dilettantistico: nel 91/92 dietro l’imprendibile Agrigento, con alla guida prima Baroncini e poi Pavoni. Si arrivò anche in semifinale di coppa Italia ma contro il fortissimo Sora di Pasquale Luiso (che avrebbe giocato in serie A) non ci fu nulla da fare. L’anno successivo si partì con grandi obiettivi ma le aspettative furono in parte deluse a causa di una partenza troppo a rilento che lasciò spazio ai bianconeri della Battipagliese e all’Agropoli del futuro trainer rossonero Franco Dellisanti. Mazzacua, Arabia e Braca si alternarono sulla panchina ma non si potè andare oltre un posto sul podio. Purtroppo, quella stagione venne funestata da un avvenimento tragico ben oltre gli eventi sportivi: in un incidente stradale. una fredda giornata di Dicembre, Mimmo Rende lasciò per sempre i suoi affetti più cari, tra cui la squadra di calcio ebbe sempre un posto particolare. Non vi è alcun dubbio sul fatto che Mimmo Rende abbia rappresentato una delle figure dirigenziali più illuminate e futuristiche nella centenaria storia della Società rossonera. La stagione successiva si materializzò una delle imprese sportive più belle che Castrovillari possa ricordare, come se Mimmo avesse voluto, da Lassù, fare un ultimo regalo alla sua Città. La conquista della C2, coronò il sogno che i tifosi cullarono per settantatre anni, consegnando il “Presidentissimo” alla leggenda. La domenica del 17 aprile 1994 la Castrovillari sportiva si ferma per incoronare i suoi campioni e il suo “Re”. L’entusiasmo è grande. Tutti si recano allo stadio, anche chi non sempre ha seguito il calcio ma è pronto per essere presente nella storica impresa attesa per oltre settanta anni. Pagine indelebili legate a quell’uomo di Cammarata che è arrivato dove nessuno aveva mai osato sfidando tutti e tutto. Dopo la scomparsa di Mimmo Rende, al quale Caligiuri era legato da un affetto fraterno e che lo aveva coinvolto nel rilancio del calcio castrovillarese, “lui” ha voluto onorare la memoria dell’”amico” rimanendo alla guida della società al fine di conseguire l’obiettivo per cui Mimmo aveva tanto lottato e dedicargli il leggendario traguardo. La promozione in C2 targata Caligiuri e mister Angelo Carrano (ribattezzato il Mago) è solo l’inizio di una serie di indimenticabili anni vissuti da protagonisti tra vittorie, sofferenze e piaceri unici come quello di trovarsi la domenica su una schedina. Si, proprio così, quella schedina che ci ha reso famosi in tutta la penisola e che ha dato la possibilità a giocatori incalliti o semplici  cittadini di poter scrivere “1” in ogni gara interna. Così, dopo lunghissima militanza in Interregionale (già Campionato Nazionale Dilettanti e corrispondente all’attuale Serie D), nella stagione 1993-94 il Castrovillari, approda così in C2 vincendo il girone I del CND. Chi avrebbe mai immaginato un simile epilogo, soprattutto per l’agguerrita concorrenza di due squadre blasonate, “nobili decadute” come Messina e Catania, spauracchi dei sogni di mezza estate dei castrovillaresi, senza dimenticare le dichiarazioni ambiziose della vigilia di Marsala, Mazara, Comiso e Folgore, che pure si alternarono nei primi posti durante il campionato. Non al primo, che venne occupato dal Castrovillari fin dalla quarta giornata. L’ingresso tra i professionisti è impreziosito da diversi record: 67 reti realizzate e 21 subite; +3 in media inglese; maggior numero di vittorie complessive (24) e titolo di capocannoniere con Emanuele Del Zotti, autore di 19 reti. Era il Castrovillari dei vari Bruno, Presta, Del Zotti, Galati, Addesi, Cipparrone, De Marco, Cimino, Balestrieri, Mingrone, Lauriola, Apa Pasquale, De Blasio, Perrone, Baratto, De Vivo,  e dei giovanissimi Bassi, Mazza, Vacchiano, Squillace, Cosa, Lufrano e Apa Ventura. In panchina come detto Carrano ed i suoi due fidati collaboratori Enrico Mazza e Peppino Giannuzzi.

Quella del 1994-1995 è la prima di ben sette stagioni consecutive nel Campionato di Serie C2 in cui il Castrovillari ottiene buoni risultati, il migliore dei quali rimane il sesto posto conseguito alla fine della stagione 1995-96. Nel frattempo proprio nella prima stagione di serie C2 con il cambio alla guida tecnica e l’avvicendamento di Carrano con Marcello Pasquino, si arrivò ad una salvezza centrata all’ultima giornata grazie alla vittoria interna contro il Matera di cui era direttore sportivo proprio Mimmo Donato. Memorabile la vittoria esterna sul campo della Nocerina (rete del prolifico Balestrieri) che poi avrebbe vinto il girone.L’anno successivo riservò al Castrovillari una vagonata di soddisfazioni grazie al binomio Dellisanti-Donato, rispettivamente allenatore e direttore sportivo, e ad una squadra tanto giovane quanto temeraria e bella a vedersi. Si misero in mostra calciatori come Dei, Di Giulio, D’Elia ma soprattutto un’ala che, quando era in giornata, difficilmente si riusciva a fermare: Umberto Calcagno. Si videro (e, in alcuni casi, vinsero) gare indimenticabili: il doppio derby contro il Catanzaro, battuto in casa e al “Ceravolo”, contro il Catania, contro il Benevento, ma anche pareggi contro Avezzano e Taranto non furono esteticamente da meno. Il capolavoro della tripla vittoria consecutiva finale contro Frosinone, Giulianova e Battipagliese non rese giustizia ad una squadra che avrebbe meritato i play off, negati da una rete di Ricci che permise all’Albanova di accedere alla fase finale post campionato che avrebbe assegnato il secondo biglietto per la C1. La Società era ambiziosa e la Città, sognando, la seguiva: a bordo campo non c’era uno spazio libero per un cartellone di questa o quell’azienda segno che il direttore generale Lorenzo Perrone aveva fatto un ottimo lavoro. Nel 1996-1997 le cose non andarono proprio allo stesso modo: lasciarono sia Dellisanti (direzione Avezzano in C1) che lo storico capitano Sandro Cipparrone, lo stesso Calcagno giustamente trovò modo di esibirsi in categorie superiori. Tuttavia, l’organico fu di tutto rispetto ed il tecnico, esperto e di categoria, Dino Bitetto, reduce dalla positiva esperienza al Bisceglie. Partì a razzo, infatti, il Castro, con una cinquina alla Casertana (4 reti segnati dal centravanti Acampora). Altri risultati buoni, poi a metà ottobre, qualcosa si inceppò e si decise per il cambio di panchina. Arrivò Franco Gagliardi, uno che con i giovani fa miracoli (e di miracolo uno lo aveva fatto con la Reggina l’anno prima in B salvandola dalla retrocessione) e spronò i vari Dei, Nocera, Di Giulio, De Sanzo, Bonacci, D’Elia, Gardini, Morello e Colle. Vennero battuti la capolista Battipagliese, la sempre competitiva Turris e la blasonata Viterbese, oltre che il Taranto in un drammatico incontro disputato a Rossano sotto il diluvio la vigilia di Pasqua: il team rossonero così centrò una salvezza sostanzialmente onorevole e senza grossi patemi. L’estate del 1997 è caratterizzata da una campagna acquisti che vede l’arrivo dalla Serie B di Gigi De Rosa e Gigi Marulla, ma anche di gente della caratura di Bertuccelli, Di Cunzolo, Sanseverino, Menghini, Dima Rugiano e Trocini, oltre ai riconfermati De Sanzo, Chiappetta, Di Giulio, Colle, Andreoli e Nocera. Il Castrovillari così fa (dovrebbe fare) la voce grossa anche perché il tecnico è Franco Dellisanti. Per svariate vicissitudini avverse si arriva all’ultima di campionato con tanto rammarico, legato soprattutto al rendimento esterno della squadra, decisamente deficitario per chi voleva ambire ai primissimi posti. Si chiude la stagione con un comunque, dignitoso ma per nulla soddisfacente, settimo posto. Tosti, Drago, Capecchi, Domma, Pierotti, Tardivo, Martino, Cazzella, e Torma furono i volti nuovi del Castrovillari edizione 1998/99 che sposò con decisione il progetto linea verde. Al timone, non più Franco Dellisanti, passato al Benevento, ma Enzo Patania, che con i giovani era molto bravo. Esordio col botto! Clamoroso al Cibali! De Rosa al 90’, dal dischetto fa il “cucchiaio” a Bifera e regala i tre punti ai rossoneri. Inizio campionato spumeggiante, fase centrale in standby e finale da brivido. Questa la sintesi della stagione che il Castrovillari comunque si salvò, scongiurando i play – out, battendo la Cavese grazie alla rete di Marulla. Enzo Patania staccò felice il biglietto: la salvezza fu confezionata al termine di una stagione complessivamente più che soddisfacente, tenuto conto anche del livello di quei campionati. Missione compiuta!

Nella stagione successiva, Organico in alcuni elementi riconfermato al quale si aggregano Ubaldi, Criniti, Roberto De Luca (vecchia conoscenza!), Gennaro del Vecchio (che approderà poi in serie A), Fiore (Adriano, fratello di Stefano), il sardo Borrutzu, il fantasista Roberto Novello e Montanaro (dall’Ancona). In panchina, per la terza volta nella storia, il “Sergente di Ferro”, il compianto Marcello Pasquino. Partenza sprint e Castrovillari show con il Chieti e la Battipagliese. Apoteosi nel derby vinto per 3-2 contro il Catanzaro grazie ad un rigore trasformato da Gegè Del Vecchio al 94’. Pari contro il blasonato Foggia sul neutro di Cosenza e risultati in linea con l’obiettivo stagionale. Stagione ricca di colpi di scena. Uno su tutti, il gol di Manitta, portiere della capolista Messina, proprio nei minuti di recupero di un match sbloccato dai rossoneri, peraltro al 91esimo, grazie ad una magia di Novello, il giorno della prima volta di Pino Raffaele sulla panchina rossonera. Poi, soprattutto, il finale mozzafiato di una salvezza raggiunta ai play – out nello scontro letale per la Battipagliese che retrocede in Serie D, dopo la sconfitta per 2-0 in Calabria (reti di Drago e Criniti) e lo 0-0 al “Pastena” per merito di una difesa rivelatasi granitica e di un gruppo, quello rossonero, che ha mostrato una maggiore freschezza atletica.

 

Dal 2000 al 2010

La retrocessione in Serie D, la vendita del titolo e la rinascita con Antonio Ioele

I Lupi del Pollino retrocedono in Serie D al termine della stagione 2000/01 arrivando all’ultimo posto del girone C con 27 punti totalizzati in 34 partite, al termine di un torneo segnato soprattutto dalla lontananza del Presidente per motivi di salute. Nonostante alcune vittorie impensabili (tipo quella sul campo della capolista Campobasso), la stagione del professionismo purtroppo fu destinata a spegnersi. A posteriori, una gravissima perdita per la Città e non solo da un punto di vista sportivo. Il campionato 2001/02 li vide partecipare al girone I di Serie D, in cui si piazzarono al quinto posto dopo aver inseguito da vicino per tutto il girone d’andata la vincitrice Ragusa (ancora non erano previsti i play-off). Nella stagione successiva 2002/03 partecipò ancora al campionato di Serie D girone I, con ambizioni molto ridimensionate, realizzando 41 punti e fu costretta a disputare i play-out.  Raggiunse la salvezza dopo uno spareggio con il Delianuova in cui fu decisivo il gol di Perrelli nella gara di ritorno. Nell’estate 2003 il Castrovillari cedette il titolo sportivo al Cosenza, nel frattempo fallito. Si ripartì dalla promozione in quello che risultò essere un campionato transitorio e di preparazione per il grande botto! Tuttavia, dopo tante delusioni, la salvezza arrivò all’ultima giornata con la vittoria per 1-0 a Rossano. Il progetto di rilancio, a partire dal 2004, fu  voluto, costruito e realizzato tutto all’interno di una stanza della sede sociale. Quella che, un tempo era dimora del custode, durante l’estate diventò il quartier generale da cui partirono idee, si concretizzarono aspettative e si conclusero per un’intera estate varie trattative. Ma già all’inizio tutto sembrò diverso. Nuove figure, nuovi compiti e maggiore determinazione. Iniziava così la costruzione di una stagione esaltante. Antonio Ioele, il presidente, venne affiancato da Eugenio Docimo e Gianluca Fiore e dall’infaticabile Fabio Tricarico. Dopo Cipparrone, arrivò un altro ex rossonero alla corte di Ioele, questa volta più fortunato e vincente: si tratta di Conversindo Perrone. Al suo fianco, in panchina, un indiscusso e storico baluardo castrovillarese come Enrico Mazza. Era il 19 settembre quando Falcone segnò, contro l’Acri, la prima rete di questa importante stagione. Ed era il 17 aprile 2005 quando Maritato, Carino, Scafaro, Scanga, Scarpelli, Guida, Villano, Spinosa, Tramonte, Cipolla, Falcone, Nastri, Micieli, Guido, Amatuzzo, Morelli, Lento e Presta (manca solo il giovane Gennaro Tullipano prematuramente scomparso a causa di una malattia) scesero in campo al Mimmo Rende in una gara che valeva la promozione. Proprio come nel 1994, era il 17 aprile e la Castrovillari sportiva festeggiò la promozione nel calcio professionistico, nella stessa data ma di qualche anno dopo, Castrovillari poteva riaprire un ciclo vincente. Poco dopo le 18 e, dopo 97 minuti di gara, a Castrovillari esplode la festa. Invasioni di campo, giro d’onore per Ioele, fiumi di champagne negli spogliatoi e doccia finale per Vetere, Perrone e Mazza. In quella giornata storica brindò Antonio Ioele, presidente del Castrovillari Calcio, che ha conosciuto la sua prima grande soddisfazione nel mondo sportivo locale.

Quindi, ricostituita la società, la squadra ripartita dalla Promozione, sotto la presidenza di Antonio Ioele riesce a scalare due categorie in due stagioni, tornando nel campionato di Serie D grazie al successo ottenuto nella stagione 2005/06 nella finale dei play-off contro la rappresentativa di Gragnano. Stagione  che vede in rossonero i vari Criaco, Papasidero, Favasuli, Saffioti, Crucitti, Tramonte, Andreoli, Tortora, Cambria, Romeo, Rubino, Scafaro, Micieli e Devona. In panchina il riconfermato Perrone. Purtroppo la partenza incerta (una vittoria, una sconfitta e due pareggi) costa cara al trainer rossonero che venne sostituito da Franco Viola. La musica cambia e la squadra comincia a scalare posizioni su posizioni fino a portarsi a tre lunghezze dalla capolista Paolana (che vincerà il campionato). L’ottimo ruolino di marcia consentì ai rossoneri di arrivare secondi e disputare la saga degli spareggi per quell’unico posto rimasto per entrare in Serie D dalla porta di servizio, peraltro strettissima. Subiscono l’onda d’urto del Castrovillari prima lo Scalea (2-0 e 1-1) e poi il Capo Vaticano (1-1 e 1-1), eliminato per il miglior piazzamento. Nella fase interregionale, dopo aver estromesso i lucani dell’Avigliano, si va in Campania a giocare per tornare il serie D. Ad aspettare i rossoneri c’è il Gragnano. Termina 3-1 per i gialloneri ma ci sono ancora 90’ da disputare. Gara di ritorno che però il Castrovillari non disputa tra le mura amiche. Sarà il “Marco Lorenzon” il campo che decreterà chi tra campani e calabresi andrà in Serie D. Scafaro, Micieli e Favasuli chiudono il primo tempo sul 3-0, il Castrovillari sembra in assoluto stato di grazia, con invidiabili condizione e carattere. Tra gli spalti si comincia a festeggiare ma, al 7’ della ripresa Bottone su rigore rimette tutto in discussione. Parità ristabilita con la gara di andata. Il risultato rimane inchiodato fino al 90’ e fino al 120’! Il resto lo fanno i calci di rigore! Micieli e Tramonte sbagliano. Maritato ne para uno, uno finisce fuori e un altro si stampa sul palo. C’è Tortora (44 anni) che prima di andare a calciare l’ultimo rigore riceve la benedizione di Viola e degli oltre 2000 supporter rossoneri. La sua è una esecuzione da manuale: palla a sinistra portiere a destra. Sono le 19 e 21, la festa rossonera può cominciare! Il ritorno in serie D è cosa fatta.

Nella stagione del ritorno in serie D 2006/07 il Castrovillari raggiunge il 6º posto mancando la zona play-off per un solo punto al termine di un ottimo campionato. Nel frattempo il Presidente Ioele ad inizio anno aveva riportato lo storico Direttore Sportivo Mimmo Donato (al 3° ritorno a casa). Nel corso della stagione 2007/2008 un cambio dei vertici societari vide l’arrivo del nuovo presidente Carlo Astorino e anche lui, appena arrivato, vuole fortemente al suo fianco Mimmo Donato. Il verdetto del campionato regala al Castrovillari la permanenza in serie D, grazie all’indimenticabile successo nei play-out (1-1 in casa e 2-0 fuori con gol da cineteca di Ferrari) sulla Casertana. Dopo l’abbandono di Astorino la società è rilevata dall’imprenditore locale Domenico Mazzei. La stagione 2008/09 si conclude con un 16º posto che porta il Castrovillari ad un altro drammatico play-out. Il Castrovillari Calcio vinse la finale dei play-out contro la Puteolana: la gara di andata del 31 maggio 2009 finì 1-0 grazie alle rete di Caridi al 94′ su calcio di punizione. La gara di ritorno del 7 giugno termina con il risultato di 1-1 che regala ai lupi del Pollino la permanenza in serie D. La partita si sblocca nel risultato al 10′ del primo tempo grazie ancora al goal di Davide Ferrari e viene raggiunto sull’1-1 solo al 45′ del secondo tempo (goal di Aloe). Diversa la storia del campionato 2009/10 che ha visto i Lupi del Pollino retrocedere in Eccellenza, al termine di una stagione tribolata dalle vicende societarie sfavorevoli e caratterizzata da numerose prestazioni non buone. Tuttavia, proprio a causa delle vicissitudini societarie, ad un certo punto fu in dubbio la prosecuzione stessa del torneo con relativi rischi non solo per la categoria ma per il titolo sportivo. La retrocessione, per quanto amara e forse evitabile, apparve come il minore dei mali.

Dal 2010 ad oggi

…transizione!

viene costituita una nuova società con a capo Alessandro Di Dieco e la squadra viene iscritta al campionato di Eccellenza calabrese 2010/11, con l’intento principale di valorizzare i giovani locali dell’hinterland castrovillarese.  In rossonero giocarono Enea, Gallo, Mancini, Cundari, Porco, Balsamo, Casciaro, De Luca, capitan Ruggiero ed il baby castrovillarese Donato. In panchina, dopo l’inizio di Giovanni Franco, una vecchia conoscenza, Carlo Cimicata. La squadra alterna ottime prestazioni a gare deludenti, sia pure alla portata, ma, complessivamente, risale la china prendendosi anche belle soddisfazioni battendo le battistrada Acri e Montalto e ottiene la salvezza all’ultima giornata, contro la Gioiese, senza necessità di disputare i play-out. Idem come la stagione precedente! Tanti errori, soprattutto in ambito societario, e per mister Carmine Pugliese e compagni è nuovamente la Gioiese a testimoniare, sempre all’ultimo match la salvezza dei rossoneri al termine di un torneo di grande sofferenza. Un campionato, che ebbe molte vicissitudini soprattutto nella parte del mercato dicembrino quando le rose delle squadre spesso subiscono consistenti modifiche. In un clima di incertezza societaria, mister Pugliese seppe essere un punto di riferimento per i suoi ragazzi e tenere la barra dritta anche in momenti oggettivamente difficili. Oltre alla citata affermazione finale di Gioia Tauro, fu decisivo il tris di vittorie contro Palmese, Soverato (entrambe in trasferta) e Real San Marco (in casa). La sconfitta interna contro il Rende (recupero della giornata rinviata per la morte del povero Morosini) sembrò rimescolare le carte in modo sfavorevole ai rossoneri, ma la vittoria con la Gioiese (doppietta del rosso Riccardo, tornato a Castrovillari dopo l’esperienza dieci anni prima) sancì, come detto, la permanenza.   

Una stagione, quella 2012-2013, iniziata con la sconfitta di Catona e terminata con la rete di Valentino Cavatorti a Guardavalle che ha significato la conquista della salvezza. La stagione 2012-2013, quella che ha visto il Castrovillari guidato in panchina dall’ex giocatore rossonero Graziano Nocera, può riassumersi così.  L’allenatore di Gioia è arrivato ai piedi del Pollino il 9 Luglio 2012. Una scelta fortemente voluta dalla società che intorno ad esso ha costruito una squadra dalle ottime credenziali. Purtroppo però non si è raggiunto l’obiettivo prefissato, una salvezza tranquilla, ma grazie ad un girone di ritorno di ottima fattura si è ancora una volta conquistata meritatamente la permanenza in Eccellenza grazie ad un nono posto finale che a fine girone di andata sembrava un miraggio. 10 le vittorie conquistate in questo campionato, sei sono state conquistate nel girone di ritorno a testimonianza di quanto sia stata produttiva la seconda fase di campionato.17 i punti totalizzati nel girone di andata, 21 nel ritorno. 31 le reti realizzate in totale dalla squadra con Rizzo (9) La Canna (7) e Corigliano (5) i migliori marcatori della stagione. Con loro sono arrivati anche giocatori di esperienza come il compianto Vanacore e Nucera e giovani interessanti come Donato, Lombardi ,Stilitano, Barillaro, Volpe, Tropea e tanti altri. Ma sono state le varie vicende societarie a farla da padrone in questa annata. Prima a Dicembre le dimissioni del presidente Nicola Mazzuca, poi l’avvento del Commissario Franco Cappuccio, infine il ritorno alla presidenza di Alessandro Di Dieco e l’arrivo in società di Gaetano Rubino, Cristiano Esposito, Francesco Mazza e Francesco Genovese che aprono un nuovo ciclo. In mezzo a tutto ciò la questione legata ai tesseramenti che ha condizionato diverse società di questo campionato ed in particolare il Castrovillari dapprima penalizzato in classifica e poi assolto.

La stagione 2013-2014 partì con obiettivi ambiziosi: fare un campionato che potesse portare al salto di categoria. Allenatore l’ex calciatore Gigi De Rosa. La squadra era molto valida (dal portiere Barillaro agli attaccanti Villa, Sarli e poi Galetti ai centrocampisti Bravoco, La Canna e Lombardi, ai difensori Bertini e Ferraro) ma i risultati, soprattutto in trasferta, non furono pari alle ambizioni. Il Roccella prese il largo e vinse il campionato, ai rossoneri restò la consolazione del secondo posto (ma a -21 dai reggini) e dei conseguenti play off, portati a termine con successo nella loro fase regionale grazie all’eliminazione di Sambiase e Gallico Catona. La fase nazionale mise sulla strada del Castrovillari i palermitani del Parmonval che riuscirono a impattare in Calabria 0-0 nella gara d’andata. Al ritorno tutto sembrò mettersi per il verso giusto grazie al rigore di La Canna, ma la beffa venne confezionata al 90esimo da Nwigwe che completò la rimonta siciliana dopo il pareggio di D’Ambra ottenuto nel primo tempo. Il ritorno in D non poteva concretizzarsi, almeno per il momento. Il peggio, tuttavia, doveva ancora venire.

In estate, come al solido calda da un punto di vista societario, infatti il presidente Di Dieco lasciò la guida della società e ci si mosse veramente tardi, a ridosso delle gare di Coppa Italia, per merito soprattutto di Domenico Mazzei che, con una squadra di ragazzi, evitò l’onta della rinuncia in coppa e soprattutto garantì continuità al titolo. Il campionato fu condotto, sotto la guida di Alessandria prima e De Rosa poi, abbastanza bene nel girone di andata tanto che la squadra era attestata in una posizione di classifica tranquilla. Il ritorno fu un autentico disastro, complici sempre più marcati problemi societari che impedirono alla squadra di avere la necessaria tranquillità e di andare oltre la miseria dei 12 punti totalizzati. De Rosa lasciò l’incarico e il capitano La Canna e mister Enrico Mazza (altra figura cui Castrovillari deve molto) ci misero la faccia in un momento per nulla semplice. Dopo varie vicissitudini si arrivò alla salvezza, sia pure attraverso il play-out casalingo vinto contro il Bocale (reti di La Canna, Lombardi e Opoku). Con tutto il rispetto per la salvezza conquistata, tuttavia gli obiettivi del Castrovillari dovevano essere più ambiziosi. E, alla vigilia della stagione 2015-2016, tornò Di Dieco alla presidenza del club.

L’allenatore prescelto fu Bruno Caligiuri, che molto bene aveva fatto all’Isola Capo Rizzuto. Velleità di alta classifica prima minati da una sorprendente eliminazione in coppa Italia, poi da risultati che, complice una rosa incompleta, stentarono ad arrivare con continuità. A pagare fu l’allenatore, sostituito da quel Franco Viola che già aveva legato in modo indissolubile il suo nome al Castrovillari per due volte. Stava per farlo una terza volta. Il campionato visse sull’entusiasmante rincorsa dei rossoneri che si trovarono di fronte prima lo Scalea, che governò la classifica per tutto il girone di andata, poi la sorpresa Sersale. I rossoneri, intanto potenziati dal mercato novembrino, conquistarono la vetta a fine Gennaio vincendo negli ultimi minuti sul campo del Roggiano ma pagarono il grosso sforzo fatto pareggiando a Cutro e in casa contro la Cittanovese e perdendo a Scalea, dopo essere rimasti in nove. I giallorossi del Sersale approdarono in serie D per la prima volta e al Castrovillari non restava altro che affrontare la lotteria dei play off. Esentati dal primo turno per il distacco in classifica, i lupi vinsero la finale regionale contro la Paolana grazie al gol di Miceli, quindi trovarono sulla loro strada i molisani del Venafro, al termine di una querelle giuridica che coinvolse il comitato di quella regione. Andata e ritorno in tre giorni: prendere o lasciare. Il Castrovillari si mostrò più forte e vinse sia in Calabria (1-0 con rete di Vitale) e sia in Molise per 2-1 (D’Angelo e Lupacchio). L’ultimo ostacolo fu la Sancataldese e la vittoriosa gara per 3-0 in Sicilia (Opoku, Musacco, Leta) arrivò a compimento di una splendida giornata di sport tra le due tifoserie e contro un avversario forte, mortificato oltre misura da un risultato severissimo. Gli oltre 500 tifosi al seguito pregustarono già il ritorno in D che si ottenne non senza sofferenze visto che l’indomita compagine sicula, in Calabria, dopo 20 minuti conduceva per 2-0 ed era pure in superiorità numerica. Insomma, era ad un passo dall’impresa. Qui venne fuori il carattere del Castrovillari e del suo allenatore: prima D’Angelo a inizio ripresa, poi Perri alla mezz’ora misero in cassaforte la tanto agognata promozione.

 

La stagione del ritorno in serie D fu purtroppo infarcita da molti errori in fase di costruzione della squadra dovuti principalmente all’inesperienza di chi non si confrontava con questo campionato da molti anni. Il girone di andata fu molto avaro di soddisfazioni e l’emblema fu la sconfitta contro la forte Cavese: in vantaggio per merito di Gaetani fino al 80esimo, la squadra subì la rimonta campana con Gabrielloni e con la letale punizione di Ciarcià addirittura al 97esimo. Nulla andò per il verso giusto e Viola venne esonerato a favore di Gaetano Di Maria, che piano piano risollevò la squadra fino a permetterle la disputa dello spareggio contro la Sarnese: in caso di vittoria si sarebbe affrontato il Roccella per il play out. Al “Viviani” di Potenza ingenuità e sfortuna spinsero il Castrovillari verso l’eccellenza: in vantaggio con Gaetani a metà ripresa, la gara era ormai sostanzialmente finita. Invece non si riuscì a conservare il possesso di palla e si permise a Talia di agguantare il pareggio a metà dei cinque minuti di recupero concessi. Ai rigori non ci fu storia: la Sarnese segnò sempre, il Castrovillari mai e si tornò mestamente a casa. E in Eccellenza.

Nella stagione 2017-2018, il presidente Di Dieco allestisce una squadra per un pronto ritorno in serie D, prima affidata a mister Gigi Carnevale, poi, dopo qualche giornata, viene chiamato Mister Francesco Ferraro. Nel frattempo, anche il presidente Di Dieco aveva voluto al suo fianco quale direttore sportivo Mimmo Donato che per la quarta volta aveva accettato il ritorno in casa rossonera. La squadra si classifica terza nel girone calabrese di Eccellenza alle spalle di Locri e Cotronei, e si qualifica, per la quarta volta nella sua storia, agli spareggi nazionali, grazie a cui raggiunge la promozione battendo in finale l’Agropoli, con gol di Armando De Simone sia all’andata che al ritorno. Prima della formazione cilentana erano caduti, non senza sofferenze, Siderno, Acri e Dattilo Noir, squadra siciliana.

Al ritorno in Serie D 2018-2019, la squadra si presentò con il vestito buono e l’arrivo di NatinoVarrà come direttore sportivo. Ferraro inizialmente fu confermato ma, dopo tre pareggi in altrettante gare, pagò con l’esonero i risultati non rispondenti alle attese della vigilia. La lotta per il primato fu fortemente inficiata dalla presenza del Bari, che tuttavia venne fermato sull’1-1 a Castrovillari in un caldo mercoledì ottobrino. In panchina per i rossoneri si sedette Sasà Marra verso cui gli sportivi conserveranno sentimenti di riconoscenza. Il campionato fu ben condotto con alcune prestazioni di rilievo (vittorie a Gela e a Locri, in casa contro Sancataldese, Cittanovese e Città di Messina per citarne alcune). Il responso finale fu un ottimo quinto posto, utile per i play off che non garantiscono il salto di categoria ma solo una posizione di privilegio in caso di ripescaggio. La gara in casa della seconda classificata, la forte Turris, alimentò molti rimpianti visto che la rete di svantaggio iniziale venne rimontata grazie a Lomasto e Forgione a cavallo di metà ripresa. Nel finale, però, quando l’impresa sembrava ad un passo, ci fu la controrimonta corallina con l’amarissimo 3-2 finale. Quell’annata, sotto l’abile regia di Marra, mise in mostra alcuni nomi di grande valore come Forgione, Pandolfi, Ennin, Vona e Lavrendi.  

L’annata 2019-2020 fu segnata certamente dal Covid-19 che provocò la sospensione del campionato dopo un lungo tira e molla ma, a monte, vide l’ennesima telenovela societaria. Si partì con la conferma di Marra e con una squadra che, pur contenendo le spese, potesse ben figurare in campionato. La squadra riuscì, sia pure con qualche inciampo, a navigare fuori dalla zona play out e questo aspetto diventò decisivo quando la Lega Nazionale Dilettanti decise che, per stabilire promozioni e retrocessioni, sarebbero valse le classifiche maturate al momento della sospensione a otto giornate dalla fine. Giusto o no, il Palermo (altra nobile costretta a ricominciare da palcoscenici oggettivamente riduttivi per una piazza del genere) venne promosso in serie C mentre in Eccellenza andarono Palmese, San Tommaso, Marsala e Corigliano, quest’ultimo al termine di un estenuante contenzioso giudiziario con il Roccella. Se la squadra non fosse stata cambiata nel mercato dicembrino, il Castrovillari si sarebbe tolto forse maggiori soddisfazioni visto che, sotto la guida ancora di Marra, aveva trovato un equilibrio più che soddisfacente.  

Si arriva più o meno ai giorni nostri con l’annata 2020-2021, che doveva essere del centenario e che, invece, fu solo una lenta e confusa processione verso l’ultima giornata. Le ultime gare si giocarono addirittura a Luglio e già questo la dice lunga sulla regolarità del campionato, minata fortemente dalla recrudescenza del Covid. Al termine della margherita sfogliata e del conseguente “si parte o non si parte” la panchina venne affidata a Franceschini che si avvalse dell’apporto del direttore sportivo Arcidiacono. Le intenzioni erano le migliori, ma davanti ad una situazione di assoluta incertezza in cui erano i tamponi a decidere se una gara poteva giocarsi o meno diventa davvero arduo formulare un qualsiasi giudizio tecnico. Un campionato senza pubblico, poi, è come una minestra senza sale e senza sapore. Vince l’A.C. Messina e, dopo un lungo tira e molla, vengono aboliti i play out. Il Castrovillari ha un andamento quantomai altalenante: comincia bene, poi il campionato si ferma, poi si riprende a dicembre e a gennaio saltano subito tre o quattro giornate. La collocazione dei recuperi fa il resto: tre volte in Sicilia in 7 giorni e 1 punto su 9. La sconfitta interna con il Paternò (con il rigore fallito da Corado al 94esimo) sancisce il cambio di guida tecnica: arriva Nicola Terranova e la squadra trova un nuovo equilibrio. La bella impresa a Vallo della Lucania contro la Gelbison fa da apripista alla gara contro il Rotonda vinta grazie ad un rigore di Didato a tempo scaduto che è il timbro della matematica sulla salvezza. Poteva andare meglio? Certamente, con calciatori come Corado, Bonanno, Lautaro Fernandez, Manes, Emmanouil, ma nel contesto covid i valori tecnici lasciano il tempo che trovano. Cioè poco.

Il resto è storia dell’altro giorno: la fine dell’era Di Dieco nell’estate del 2021 ha obbligato a cercare altri timonieri per la società ma soprattutto ha messo la città di fronte alle sue responsabilità. Si è partiti molto in ritardo e con poche risorse, pertanto il campionato ha presentato delle oggettive difficoltà. Marco Colle, ex difensore dei tempi della serie C, ha preso la guida di una squadra tutta da formare e con pochissimo tempo a disposizione. Inutile dire che gli scivoloni, soprattutto interni, non sono mancati: alcune gare, però, meritavano altro esito, segno che se la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo. Contro il Portici, ad esempio, sarebbe stato stretto il pari e invece, anche per ingenuità, si è finiti per perdere al 90esimo. Quasi lo stesso copione contro il S.Agata, contro cui un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Contro il Biancavilla, cenerentola del girone dopo il ritiro dell’F.C. Messina, si è perso malamente alla ripresa del campionato dopo l’ennesima sosta Covid.  Meglio, invece, il rendimento fuori dalle mura amiche tanto da sbancare campi come Acireale e Lamezia, dimore di squadre davvero forti. Ma niente da fare, al Castrovillari non piacciono le cose semplici: contro Giarre, Rende e Troina sarebbe bastata una vittoria per tirarsi fuori dalle secche della classifica, anche psicologicamente. E invece nulla: un solo punto raccolto e due gare perse contro avversari (Rende e Troina) invero non trascendentali. Nell’ultima giornata, mentre il Castrovillari vince a Biancavilla, i biancorossi dell’ex Franceschini rimediano una netta sconfitta a Lamezia e si vedono superati proprio dai rossoneri. Il Giarre, intanto, passa a Licata e festeggia la salvezza diretta per distacco di punti dal Troina. Il derby calabrese da giocare al “Mimmo Rende” per effetto del citato sorpasso, allora, sarebbe servito per determinare la quarta retrocessa. Ancora uno spareggio, ancora 90 minuti di sofferenza. Anzi, 120 visto che nessuno riesce a sbloccare il risultato. E, a essere onesti, nessuno si rende davvero pericoloso. La gara può sbloccarsi solo con un episodio e la paura dell’ennesima beffa è enorme. Stavolta, però, finisce come è cominciata e con un pubblico splendido che spinge giovani come Anzillotta, Teyou e più esperti come Tripicchio e capitan Cosenza verso una soffertissima salvezza.

Alla fine di questa fuggente e, allo stesso tempo emozionante, cavalcata, ora che ci si appresta a scrivere la pagina 122 della storia di questa gloriosa società, ognuno deve aver ben chiaro il proprio compito: i calciatori devono dare sempre il massimo per la gloriosa maglia che indossano, i dirigenti devono fare scelte giuste e oculate compatibilmente con le possibilità della piazza, l’allenatore deve trarre il massimo dai calciatori motivandoli a non mollare mai, i tifosi devono esserci. Non allo spareggio perché decide una stagione, non alla prima giornata per la curiosità di vedere la nuova squadra. Quello lo fa lo sportivo. Il vero tifoso è incurante della pioggia o del vento, della classifica bella o brutta, di chi gioca in serie A e a che ora. Il vero tifoso c’era ieri, c’è oggi e ci sarà domani. C’è sempre.